Senza risparmiarmi mai, come spesso succede, quasi senza accorgermene, sono arrivato a metà del Corso di Apicoltura. Mi fermo un attimo, giusto il tempo di riprendere fiato, per alcune riflessioni.
Ci tenevo, e ci tengo ancora tanto, a questo mio corso. È il primo dopo più di cinquant’anni di apicoltura, perché soltanto adesso mi sento finalmente pronto per trasmettere ad altri la mia personalissima esperienza di tanti anni di osservazioni.
Sempre animato però dalla certezza, e una trepidazione tutta infantile, che il meglio debba ancora arrivare. Quel che ho ricevuto da queste quattro lezioni, voglio riassumerlo semplicemente con gioiosa condivisione.
Anche rischiando, infatti, ho subito cercato di annullare la distanza tra me, docente, e loro, i corsisti. Fin dal primo istante li ho trattati come professionisti, colleghi dai quali attingere esperienza, e ne sono stato ricambiato. La ricercata leggerezza, e la velata, continua insistenza nel suscitare, trasmettere e manifestare emozioni hanno fatto il resto.
Logicamente, sapevo sempre di poter contare su di loro, le Api, le mie Api, anch’esse artefici a pieno titolo di questa gioiosa condivisione. Allegre, imperturbabili e straordinariamente docili nonostante il lungo periodo di carestia, persino sotto la pioggia o il vento forte, in condizioni poco ottimali per visitarle.
È proprio così, con questa bella sensazione, che mi piacerebbe affrontare d’ora in avanti, e nonostante tutto, i giorni che verranno.
Roberto Ferrari, giugno 2023