Racconti dall'alveare
Sembrava impossibile che quasi al centro di Roma, vicino Porta Pia, in via Castelfidardo per l’esattezza, si potesse respirare apicoltura. Eppure era proprio così, in quel piccolo cortile interno e un po’ buio, stretto tra i palazzi che si trovava “La Casa dell’Apicoltura” della storica ditta Tuzi.
Varcato l’ingresso si respirava a pieni polmoni l’essenza stessa dell’alveare, legno resinoso appena tagliato, olio di lino, tintura di propoli, cera, miele. Un profumo vagamente inebriante che metteva di buon umore, invogliando a prendersela comoda, invitava al dialogo e restare a lungo.
Avevo faticato un po’ per trovarlo, e in quella mattina quasi invernale, il locale era vuoto.
Purtroppo non ne ricordo il nome e mi dispiace, ma l’affabilità del signor Tuzi conquistava immediatamente. Ero poco più di un ragazzo che smaniava di ricominciare, di iniziare a fare sul serio.
“Ciao figliolo, giornata freddina, eh! Vuoi un tè?”
Annuii, leggermente imbarazzato.
“Dimmi, posso esserti utile in qualcosa?” porgendomi una preziosa tazzina di porcellana.
“Beh, sì! Tra qualche giorno, il 5 novembre, sarà il compleanno di mio padre e avrei pensato ad un regalo originale. Vorrei regalargli un’arnia. Un’ arnia Rosso Ferrari!”
“Vorresti un’arnia da regalare a tuo padre? Davvero un bel regalo, figliolo. Ti confesso che anch’io, come padre, ne rimarrei orgoglioso e commosso. Vediamo, te ne intendi un po’con il fai da te? Perché forse potrei venirti incontro con un’arnia da montare.”
Accetto all’istante, perché non ho troppi soldi in tasca e non conosco minimamente il valore di un’arnia.
“Aspetta solo un istante, un momento solo. Laura, Laura, puoi venire un momento?”
Sua moglie arriva con la sua tazza, la teiera per un altro giro e un piattino di biscotti ammiccanti.
“Laura, senti un po’, questo nostro giovane amico è qui, perché ha bisogno di un’arnia da regalare a suo padre per il compleanno. Un’arnia da montare da solo per dipingerla Rosso Ferrari. Cosa ne pensi?”
Mentre annuisce, lei sfoggia un sorriso dolcissimo e poggia delicatamente la mano sul braccio del marito. Stento a comprendere il loro sguardo d’intesa, finché lui non esclama:
“Un ragazzo che regala un’arnia al padre per il compleanno merita un regalo ancora più grande. Prendi quella là vicino all’uscita, è già pronta. E tieniti pure i tuoi soldi.”
Una pacca sulla spalla. “Buona Fortuna, figliolo, e non deludermi.”
Non ho parole per ringraziarli, spariscono in fretta nell’oscurità del magazzino.
Roberto Ferrari, febbraio 2022